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THE SOUND OF CHANGE, IL SUONO DEL CAMBIAMENTO

Postato da il giu 3, 2013 in CONOSCERE SE STESSE, RIFARSI UNA VITA, USCIRE DALLA SOLITUDINE | 0 commenti

( lungo ma leggetelo. Parla anche delle Quarantenni Più e Meno. E in fondo ci sono dei link niente, niente male). Qual è la notizia? E che, finalmente, c’è stato un “Live Aid” al femminile. E’ andato in scena ieri sera, al Twickenham Stadium di Londra, davanti a 50.000 persone entusiaste e ad un miliardo di spettatori in 150 paesi, raggiunti da Sky (l’evento verrà replicato, cercatelo nei palinsesti).

The sound of change” è stato promosso dalla fondazione “Chime for Change” (*) e introdotto addirittura dal principe Harry (presidente dello stadio che è un “tempio” del rugby). C’era anche Madonna, in total black, sobria e arrabbiata, che ha spiegato le finalità di “Chime for Change” e c’erano moltissime star (tra cui Laura Pausini, l’unica italiana, applauditissima).

Le ideatrici dell’evento? Beyoncé , Salma Hayek (sempre in prima linea nelle sfide etiche) e Frida Giannini, cioè “Lady Gucci” che ha voluto fortemente questo evento.

Insomma nulla di commerciale e furbetto ma, al contrario, un esporsi in prima persona e “chiamare alla armI” le donne per dire basta ad un mondo che le ferisce e le uccide, in molti modi, psicologicamente e fisicamente; spesso proprio “perchè donne”.

Beyoncè ha chiuso l’evento con 45 minuti che hanno mandato il Twicknham in delirio. Apertura mozzafiato, con “A change is gonna come” di Sam Cooke (**) e At last di Etta James (***) poi esplosione afro-dance con i suoi hit (+ Survivor, classico del periodo Destiny’s Child) e tributo a Whitney Houston con “I will always love you” cantata in cinquantamila + una.

(*) Ecco come la rete spiega la frase: “Chime for change” non così usuale.
Di solito in inglese si dice “Time for change”- “È ora di cambiare”. La parola “chime” fa rima con la parola “time” e quindi quando uno dice “chime for change” richiama la frase originale.
Il significato è quello di richiedere/esigere/domandare un cambiamento. In italiano io direi “insistete per un cambiamento” o qualcosa di simile.

(**) Ecco il brano che ha aperto l’intervento di Beyoncè. prima ci sono presnetazioni e traduzioni. Il brano inizia a 1 minuto e cinquanta.
http://www.youtube.com/watch?v=YZjEXKxF56s

(***) Ed ecco il brano che si sente, appena accennato, alla fine di “A change is gonna come”. E’ “At list”, brano potente, commovente. Qui Beyoncè lo esegue nel film “Cadillac records”
http://www.youtube.com/watch?v=vy9lLkIv-FA

 

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COSA VOGLIONO LE QUARANTENNI? CONFRONTATEVI CON QUESTO STUDIO E DITE LA VOSTRA.

Postato da il apr 30, 2013 in CONOSCERE SE STESSE, RIFARSI UNA VITA, USCIRE DALLA SOLITUDINE | 0 commenti

Uno studio del 2010, dal titolo ‘Confessioni da quarantenne’ è stato condotto da Meta Comunicazione per sondare quali sono le priorità, i sogni e le aspirazioni delle donne quarantenni, realizzata con il coinvolgimento di circa 100 esperti (psicologi, sociologi, medici, ricercatori) e il parere raccolto dalle stesse donne su Internet grazie all’interazione e al monitoraggio sulle più importanti community dedicate alle donne e sui più famosi social network, che ha visto il coinvolgimento di circa 3mila 200 utenti-donne tra i 35 anni e i 55 anni.
“La maggioranza afferma di sentirsi meglio che a vent’anni, sia da un punto di vista privato, sia sociale.
Una donna su due conferma che solo a 40 anni si percepisce una certa stabilità economica, per sette su dieci c’è la sensazione di avere maggiori responsabilità, il 51 per cento sente il bisogno di maggiori distrazioni e una su quattro prova il desiderio di rivivere un vero amore, come quando si era adolescenti.
Le quarantenni del ventunesimo secolo cercano l’autonomia (73 per cento), anche se ciò comporta la forte sensazione di avere delle grandi responsabilità, e per il 51 per cento esiste la paura di rimanere sola.
Da un punto di vista più passionale, il 24 per cento delle 40enni che vorrebbe rivivere un vero, grande amore. La donna è alla ricerca di un uomo che le trasmetta un senso di libertà (53 per cento), la faccia sentire ancora giovane e attraente (49 per cento) e sia una compagnia divertente (39 per cento). A quarant’anni sempre meno donne cercano in un uomo senso di protezione (15 per cento) o una vita rilassata (21 per cento)
E cosa sognano e di cosa hanno bisogno le quarantenni di oggi? Il 51 per cento chiede maggiori distrazioni. Che si specificano nell’esigenza di un viaggio (61 per cento), occuparsi maggiormente della propria persona (53 per cento), prendersi più cura del proprio corpo (47 per cento), uscire a cena più spesso (41 per cento), uscire da sola con le amiche (37 per cento), andare a ballare (31 per cento)…”
Riconoscete le vostre sensazioni o le vostre aspirazioni, Quarantenni odierne, o qualcosa è cambiato nel frattempo?

 

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SULL’AMORE DOPO I QUARANT’ANNI

Postato da il apr 7, 2013 in PSICOTERAPIA, RIFARSI UNA VITA, USCIRE DALLA SOLITUDINE | 0 commenti

“L’amore dopo i quarant’anni ha per oggetto una persona che ci accompagna in un periodo cruciale…Più che mai prende le forme di una scelta consapevole intrecciando ciò che siamo stati con ciò che vorremmo essere, offrendoci nuovi valori e soprattutto la conferma che vogliamo ancora essere partecipi, anche se in passato a volte abbiamo desiderato arrenderci e abbandonare ogni progetto: l’amore a quest’età, quindi è innanzi tutto amore per la vita. Tale spinta vitale è inesauribile e non risente del peso degli anni, né teme le difficoltà future; anzi racchiude in sé la possibilità di un confronto continuo tra individuo e società, tra ciò che è personale e ciò che invece è patrimonio di tutti…Oggi, come in passato, provo soddisfazione nella mia professione quando riesco a rimettere in funzione nei pazienti il motore dell’esistenza, a ridare il gusto dell’amore o a fare scoprire loro questo sentimento per la prima volta…”
Da “Un amore tutto nuovo” di Giorgio Abraham,psichiatra e sessuologo. 1995 Arnoldo Mondadori Editore.

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SHARE ECONOMY

Postato da il gen 24, 2013 in NOTIZIE INTERESSANTI, RIFARSI UNA VITA | 0 commenti

L’economia della condivisione: per non “parlare” della crisi, ma per “fare” e trovare soluzioni.
L’articolo: http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/01/09/news/co-vivere_ai_tempi_della_crisi-48612629/

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