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Sirene o pantegane?

Postato da il lug 6, 2012 in COLORI AL TATTO | 0 commenti

di CRISTINA BUCRE’

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BACARO JAZZ VENEZIA                                                                                            Fotografia M.Pinca

 

Ho sempre immaginato le sirene come delle bellissime creature che si aggirano per i fondali oceanici , sfuggenti e dispettose , che si mostrano a chi gradiscono solo quando decidono loro , per poi scomparire innescando un meccanismo di attesa senza fine nel “malcapitato” di turno .  Come ragazze normali , attualissime , truccate , perfette e brillanti che escono per divertirsi e spesso tornano a casa un po’ deluse…

Immagino poi che le sirene , annoiate da acque gelide e poco affollate , attraversino mari e fiumi per fermarsi in acque tranquille , come laghi o lagune , o addirittura stagni. Il tutto finalizzato a stabilire un contatto più approfondito con qualche “eletto” , dopo averlo osservato innumerevoli volte e averne studiato i comportamenti , attirandolo a se con civetteria e vanità .

Ho poi scoperto che effettivamente “esistono” due tipi di sirene , che nella lingua inglese hanno due nomi differenti – sirens e mermaids – , e presentano qualche caratteristica delle due tipologie di “donna” da me assolutamente immaginate dal nulla.

Al di là di tutta l’iconografia e letteratura mitologica che ne rappresenta e descrive minuziosamente le differenze , ho creduto di vedere suffragata la mia teoria nei due quadri di John William Waterhouse .

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Lo Spiritello sull’altana

Postato da il giu 10, 2012 in COLORI AL TATTO | 1 commento

di Cristina Bucrè

 

Durante un ozioso pomeriggio torinese , facendo zapping tra una televendita di quadri e una puntata di Art Attack , ho avuto una folgorazione. Stavo attraversando un periodo impregnato dal nulla , e questo rendeva fantasia e creatività pronte ad esplodere. Colpita dal fatto che carta , colla e materiali di recupero facilmente reperibili potevano creare delle vere e proprie sculture se assemblati , ho pensato che avrei potuto dare vita a delle opere tridimensionali , esercitando la mia manualità e utilizzando la tela come supporto. Facendomi forte del fatto che non tutte le proposte delle televendite soddisfacevano il mio gusto estetico , avrei tentato – dico tentato – di appagarlo con delle mie creazioni.

Ho comprato una piccola tela e con soggezione e rispetto ho iniziato ad osservare questo spazio bianco che attendeva di nascere con una nuova pelle. Ho inserito una maschera veneziana da decorare nella tela , che ho dovuto incidere e oltrepassare. I due oggetti rimanevano comunque estranei fra loro fisicamente e visivamente , così ho modellato una pasta ruvida che rapprendendosi avrebbe reso l’opera un corpo unico.

Era giunto il momento di dipingerlo.

Appena ho toccato questo oggetto immacolato con la punta del pennello intriso di colore mi è parso di intrufolarmi in un luogo sacro , iniziando un percorso che non avrei potuto abbandonare finchè , osservando la tela , non sarei stata pienamente soddisfatta del risultato. Sapevo esattamente che avrei riconosciuto quel preciso istante.
Mi sono fermata qui ……..

LO SPIRITO DELLA NATURA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa piccola scultura su tela è stata la mia prima opera. Il titolo evoca sia le creature misteriose che fin da bambina ho immaginato popolare boschi e stagni nascondendosi alla vista dell’uomo , sia un concetto più filosofico di natura come anima universale.

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Sulla barca …lungo il fiume….

Postato da il apr 6, 2012 in COLORI AL TATTO | 0 commenti

di Cristina Bucrè

 

Raramente avevo percepito in passato una tale tristezza e rassegnazione in un volto giovane,bello e tanto attuale nei suoi tratti.

Una ragazza vestita in perfetto stile hippie che scivola lungo un fiume  dall’aria stagnante, tenendo una catena con una presa leggera, paralizzata nella sua imbarcazione, interamente rivestita da una coperta patchwork , con delle candele che bruciano e l’espressione attonita ed assente….

La bellezza, l’armonia, i colori e l’intensità del dramma percepibile ma non urlato  di quest’opera mi hanno conquistata ancora prima di conoscerne la storia.

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