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Morgan in concerto,Teatro Smeraldo di Milano

di Valentina

20 marzo 2012, Teatro Smeraldo di Milano, seconda tappa del nuovo tour di Marco Castoldi, in arte Morgan.

Morgan

E’ tutto nuovo: è nuovo l’album, è nuovo il palco che presenta una scenografia propria, è nuova la band ed è diverso anche lui, Morgan, non nuovo ma certamente rinato.

Partiamo dalla band, i Memorandom:

Marco Cosma Carusino Vignera : chitarre, cori.

Giovanni Ferrario: basso e chitarra.

Daniele Megahertz Dupuis: sintetizzatori, theremin, cori.

Gaetano Cappa: percussioni elettroniche, piccole percussioni, loop machine, rumoristica, cori.

Lele Battista: tastiere, piccole percussioni, diamonica, cori.

Morgan: pianoforte, celesta/clavicembalo/organo, glockenspiel, ukulele, diamonica, basso, chitarra, voce.

C’è molta sintonia tra questi bravissimi polistrumentisti che riescono ad accompagnare Morgan nelle sue improvvisazioni, dando così vita ad uno splendido concerto.

Come anticipato vengono eseguiti brani presenti nel suo ultimo disco,Italian Songbook vol.2, secondo volume di una raccolta di capolavori della musica italiana riletti con originalità da Morgan,  dei quali vengono eseguite versioni differenti rispetto a quelle dell’album che risultano essere più convincenti ed originali.

Questa è la scaletta: Da A ad A Marianne Non insegnate ai bambini Demoni nella notte Hobby How sad… (Tema di Geppetto in versione inglese) Si può morire Brano inedito (autostima di prima mattina) Il re del mondo (italiano e inglese) Il tarlo Una nuova canzone The baby La donna bella non mi va U-blue Abbracciami Le ragioni delle piogge Sovrappensiero Sole malato Altrove.

Morgan, amato o odiato che sia, ha dimostrato in questo concerto di essere un grande musicista e straordinario interprete, finalmente premiato anche dalla critica di settore.

Quali canzoni mi porto a casa?

“Si può morire”  dei Gufi, particolarmente spettrale e ricca di bassi, la magica “Sovrappensiero” dei Bluvertigo e la sua immancabile e sempre meravigliosa”Altrove”.

(Per gentile concessione di www.metamorgan.it, foto scattate da Giuseppe Placidi)

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2 Commenti

  1. Dico anch’io la mia!

    La primavera finalmente è arrivata. Anche sul palco dello Smeraldo. Concerto di Morgan e dei suoi MemorandOm. Il palco si presenta con strumenti ingarbugliati da rose bianche, piante rampicanti, e altri fiori primaverili che hanno creato un buona sensazione olfattiva. Buon inizio, se non fosse che sono allergica a tutto praticamente..

    Starnuti a parte, l’attesa è stata minima, stranamente aggiungerei.

    Entrano tutti insieme, abbastanza timidamente. “Con molta umiltà” come direbbe la Ventura. Ci piace.
    Il quintetto è subito presentato:
    Megahertz alias Daniele Dupuis (o viceversa, come preferite). Un alieno di 2 metri, sguardo magnetico, impenetrabile. Curioso e affascinante quando suona il Theremin, il bisbisbisnonno dei moderni strumenti elettronici. (in realtà sta manovrando qualche astronave che lo rivenga a prendere..)
    Marco Carusino (già cantante dei Cosi) mi fa un sacco ridere. ha la faccia buffa, ma senza offesa, mi mette allegria, sembra un fumetto.
    Gaetano Cappa
    Giovanni Ferrario
    Lele Battista. potrei scrivere tutto o niente. lo adoro, ma la mia bella figura di quella roba marrone l’ho già fatta. Mi limito a dire che quella barba nun se po’ vedè. Non faccio riferimenti o nomi, ma sembra l’amico di Jan Solo in guerre stellari..

    Iniziano a suonare. Si creano varie e diverse situazioni. Ci si trova per le strade di New Orleans, un salto in club psichedelici passando per la cameretta di Anna Lou. Salti spaziotemporali negli anni ’60, (anche se c’era una voglia pazza di ’80 ma solo accennati e quasi tarpati aimè), atmosfere spettrali, luoghi da Gufi, per arrivare nei peggior bar di Caracas (con l’unico neo che non si può fumare, povero Morgan). il tutto ambientato nella pseudo terrazza di Dawson’s Creek.

    Non mancano le solite gag del buon Castoldi, dall’imitazione di Battiato ad una interpretazione del “Tì che te tacchet i tacc, taccum a mì i me tac…” troppo milanese (capita da pochi). E siceramente ho sentito un po’ la mancanza della sua ex-spalla Andy.

    In totale un buon concerto. A tratti forse un po’ lento. A volte ho trovato “incomprensione” tra i musicisti. Di certo non è facile entrare in quel Labyrinth di testa di Morgan e soprattutto un suo concerto non è mai uguale all’altro, non esiste quasi una scaletta.

    Ogni tanto si è isolato, raccontandoci i suoi stati d’animo con assoli improvvisati al pianoforte. Suoni grevi, direttamente dallo stomaco, dall’inconscio. I più intimi, i più bui. Poi si risveglia, e torna il suo sorriso che accende quegli occhi che brillano di follia e si trasforma in un Modugno, perfettamente in bianco nero.

    • Grazie Pamela per la tua recensione, molto bella perchè diversa e particolare. E’ stata veramente una splendida serata.
      Grazie
      Valentina

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